Si è parlato, e se ne parla tanto, di bonus sulle ristrutturazioni edilizie. L’opportunità di poter usufruire della detrazione del 50% sulle spese appunto di ristrutturazione ha portato molti a beneficiare di agevolazioni grazie alla normativa sul bonus edilizia e quindi grazie alle detrazioni del 50%.
Detrazioni applicate oltre che sulle ristrutturazioni, anche sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici destinato allo stesso immobile oggetto dei lavori. Sono invece del 65% le detrazioni applicate sugli interventi di risparmio energetico.
Condizione per avere la detrazione è il tipo di pagamento e cioè il “bonifico parlante”, l’unica forma di pagamento prevista dalla normativa. Solo per il bonus mobili è previsto il pagamento con carta di credito o bancomat tenendo bene a mente che occorre conservare la documnetazione di addebito in conto corrente.
Il bonifico parlante deve necessariamente contenere le seguenti informazioni:
- La causale del bonifico con riferimento normativo. Quindi “Bonifico per detrazioni previste dall’art. 16-bis del Dpr 917/1986” con estremi della fattura.
- Codice Fiscale del richiedente. Nel caso in cui il bonus ristrutturazioni riguarda case in comproprietà, nel bonifico parlante bisognerà inserire nome, cognome e codice fiscale di tutti i proprietari. Mentre pere le ristrutturazioni di parti comuni condominiali, occorrerà inserire anche il codice fiscale del condominio e dell’amministratore o dell’inquilino che effettua il pagamento;
- La partita IVA o il codice fiscale della ditta che esegue i lavori o del negozio presso cui si effettuano gli acquisti.
E’ importante conservare tutte le ricevute fiscali e le ricevute dei bonifici effettuati a seguito delle spese sostenute per esibirle eventualmente in caso di controlli fiscali.
Diversi sono i casi in cui, pur avendo diritto alle agevolazioni fiscali non si riesce a usufruirne a causa di errori nella compilazione del bonifico e della causale per ristrutturazione edilizia, perciò è importante eseguire bene quanto richiesto evitando così di perdere le agevolazioni acquisite.
Inoltre è da tenere in considerazione che le banche e Poste Italiane operano una ritenuta a titolo di acconto sull’imposte sul reddito pari all’8%.