Da tempo, ormai, si parla degli interventi di ristrutturazione dell’immenso patrimonio immobiliare rappresentato dagli istituti scolastici italiani come una possibile, salutare, scossa per il rilancio del settore dell’edilizia. Ma qual’è la tipologia dei lavori richiesti e, soprattutto, qual è la dimensione degli interventi richiesti, sia sul piano economico che su quello geografico. Proviamo a fare un po’ di luce su questi aspetti.L’ultima fotografia sulla condizione delle scuole italiane è stata scattata dall’XI “Rapporto su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”. L’indagine, presentata da pochi giorni a Roma, ha interessato 165 scuole di 18 Regioni, tutte a eccezione di Valle D’Aosta e Liguria.
Dal Rapporto emerge che in una scuola su sette ci sono lesioni strutturali evidenti, presenti in gran parte sulla facciata esterna dell’edificio, il 20% delle aule presenta distacchi di intonaco, muffe, infiltrazioni e umidità che sono stati rilevati in quasi un terzo dei bagni (31%) e in una aula e palestra su quattro. Il 39% delle scuole presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato.
Gli interventi di tipo strutturale, che richiedono più soldi e tempo, sono stati richiesti nel 34% delle scuole, ma solo in un caso su quattro l’ente proprietario è intervenuto tempestivamente e nel 14% dei casi l’intervento non è mai arrivato. E anche in termini di certificazioni le cose non migliorano: il 44% delle scuole possiede il certificato di agibilità statica, il 38% quello di agibilità igienico sanitaria e il 37% quello di prevenzione incendi.
Il 67% degli edifici scolastici monitorati si trova in zone ad alto rischio sismico, il 12% in zone a rischio idrogeologico.
Barriere architettoniche (13%) e pavimenti sconnessi (12%) ostacolano la vita agli studenti con disabilità, sempre più numerosi, rileva l’indagine.
Temperature e aerazione non sono adeguate nella gran parte delle aule, visto che il 51% di esse è senza tapparelle o persiane e il 28% ha le finestre rotte; il 10% delle sedie e dei banchi è rotto e, in oltre in un terzo dei casi (39%) gli arredi non sono a norma. Anche il sovraffollamento è un problema: una classe su 5 del cam- pione analizzato ha più di 25 alunni, dunque non è adeguata alla normativa antincendio.
Il 28% delle scuole non possiede una palestra interna all’edificio. Laddove presenti, le palestre presentano distacchi di intonaco (19%), muffe e infiltrazioni (24%), barriere architettoniche (18%) e fonti di pericolo (23%). I cortili, presenti in 149 delle 165 scuole prese in esame, sono usati nella metà dei casi (47%) per le attività sportive. Nell’83% dei cortili ci sono aree verdi, ma sono ben curate solo nel 65% e attrezzate con aree gioco e sportive nel 36% dei casi.
Quali le possibili soluzioni per reperire le risorse necessarie?
Per far fronte alle carenze strutturali delle scuole o per la costruzione di nuovi edifici, le Regioni potranno contrarre mutui trentennali, a tassi agevolati, con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, la Cassa Depositi e Prestiti o con istituti bancari, con oneri di ammortamento a carico dello Stato. Lo prevede il Decreto Legge dal titolo “L’Istruzione riparte” approvato dal Governo Letta.
Entra nella fase conclusiva, invece, l“Operazione edilizia scolastica” del Governo Renzi. Dopo la lettera inviata lo scorso 3 marzo, 4400 sindaci hanno risposto con una e.mail al Governo, segnalando gli interventi da effettuare sugli edifici scolastici.
Per passare alla fase operativa i sindaci aderenti dovranno fornire, entro il 23 maggio, informazioni aggiuntive che permetteranno alla cabina di regia dell’Esecutivo di elaborare una proposta personalizzata, da predisporre sulla base del Bilancio del Comune interessato.
Per maggiori dettagli sull’ “Operazione Edilizia Sclastica” rimandiamo all’articolo proposto da Edilportale (http://goo.gl/blH3dd).