La ristrutturazione edilizia parte dal presupposto che l’edificio, sul quale si intende effettuare lavori, deve essere modificato in qualche modo attraverso il ripristino, la sostituzione, la modifica o l’eliminazione di vecchi elementi architettonici o attraverso l’inserimento di nuovi elementi ed impianti. Tali modifiche generalmente tendono a migliorare la costruzione edilizia. Tra queste anche un miglioramento inteso come riqualificazione acustica può portare ad una migliore qualità abitativa e ad un incremento del valore dell’immobile sul quale si effettua la ristrutturazione.

Nel DPCM 5-12-1997 vengono espressamente dettati i requisiti acustici passivi degli edifici che vanno rispettati anche in caso di riqualificazione e, in aggiunta alla normativa vigente, esistono delle leggi regionali specifiche e molti regolamenti edilizi comunali che pongono dei valori minimi da rispettare.

Inoltre, con il DM 11/01/17 sono precisati gli obblighi sui Criteri ambientali minimi anche nelle gare d’appalto per la ristrutturazione o manutenzione di edifici pubblici.

Quando si eseguono lavori di riqualificazione acustica, è necessario capire bene sia  le modalità di svolgimento del lavoro sia gli obiettivi che si vogliono raggiungere, analizzando bene la soluzione migliore.

Una valutazione delle prestazioni acustiche deve essere “diagnosticata” prima di iniziare le opere, in modo tale da poter definire quali siano le priorità di intervento e le misure per le migliori prestazioni acustiche nel rispetto requisiti richiesti dalla legge.