Il Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell’edilizia (Cresme), nel suo rapporto congiunturale e previsionale, presentato a Bologna lo scorso 29 novembre, conferma che il mercato nazionale delle costruzioni sta dando dei segnali positivi per ciò che riguarda la riqualificazione, la nuova edilizia residenziale, la nuova edilizia non residenziale e le opere pubbliche. Gli analisti sono tutti d’accordo: rispetto allo scorso anno, la ripresa del sistema delle costruzioni è stata avvertita in tutti i comparti di attività inerenti all’edilizia. Inoltre, sempre secondo il rapporto, nel prossimo triennio, se non compaiono situazioni di crisi in settori diversi dall’edilizia, la ripresa dovrebbe essere molto più stabile.

Si stima che le attività che subiranno un maggiore tasso di crescita siano quelle relative alla manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio immobiliare esistente. Attualmente infatti sono proprio questi tipi di lavori che occupano la maggior parte del mercato delle costruzioni con oltre il 70% del totale. Di contropartita c’è da dire che, essendo questi tipi di lavori sostenuti e legati agli incentivi fiscali, potrebbero rischiare di venir meno essendo molto legati alle politiche di sostegno e agli incentivi con scadenze.

Secondo il Cresme, anche il mercato delle nuove costruzioni, per l’anno 2020, darà da un segnale positivo, ma pur se tornate a crescere, le costruzioni residenziali e non residenziali, indicano una produzione molto più bassa rispetto al passato, segno del cambiamento che c’è nel rapporto tra la domanda e il costruito. Stiamo vivendo un periodo in cui si nota un evidente calo di popolazione e un notevole flusso di migrazione interna che si concentra nelle aree di maggior capacità attrattiva.

«Nei prossimi anni la questione abitativa diventerà una questione di relazione tra luoghi di concentrazione della domanda, per cui servirà nuova produzione edilizia, e luoghi di abbandono – ha sostenuto il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini nel suo intervento di presentazione del XXVII Rapporto -. Per entrambi i fronti il nodo sarà comunque rappresentato dalla manutenzione e dalla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente: per rilanciare la competizione, per evitare il degrado. La strada del futuro dell’edilizia italiana è sempre più quella della qualità e non della quantità».