Gli inerti da costruzione e demolizione sono quei materiali provenienti da fonti primarie che vengono aggiunti alle miscele di calcestruzzo e cemento nei vari progetti edilizi. Ne fanno parte, per esempio, la sabbia, la perlite, la ghiaia, le macerie di varia tipologia, i mattoni e le mattonelle.

Durante i lavori di costruzione e demolizione in un cantiere edile, si producono rifiuti inerti, ossia tutti gli scarti che non subiscono trasformazione fisica nel corso del tempo e che, pertanto, sono destinati ad accumularsi nell’ambiente.

Con il nuovo Decreto Ministeriale 152/2022 uscito il 4 novembre scorso, si prevede la possibilità di recupero di tali inerti limitando gli sprechi. Sarà possibile quindi una migliore gestione ed il recupero degli inerti rendendo il settore dell’edilizia sostenibile e circolare.

Chiaramente, prima del recupero o riciclo, i rifiuti inerti da costruzione e demolizione, devono essere portati in apposite discariche presso le quali saranno frantumati ed esaminati in base alla dimensione. La parte che potrà essere recuperata verrà utilizzata come materia prima secondaria, la parte che non rispetta i canoni richiesta verrà smaltita.

Se gli inerti da costruzione e demolizione dovessero provenire da siti contaminati, la normativa prevede il riciclo e il riutilizzo solo per quelli che non sono dannosi per la salute delle persone e per l’ambiente attraverso particolari autorizzazioni. Tali materiali potranno dunque essere riciclati solamente se non contengono sostanze pericolose e se saranno sottoposti ad apposita bonifica. Questi materiali dovranno rispondere a molteplici disposizioni riguardo i processi e le tecniche di recupero, oltre ai criteri di qualità e conformità dei vari sistemi di gestione. Inoltre, per il riciclo degli inerti che provengono da siti contaminati è fatto obbligo di precisare il fine ultimo di utilizzo oltre che l’origine.